Una possibile fusione tra Unipol, FonSai e la controllante di quest’ultima, Premafin, potrebbe rappresentare il piano ‘B’ che la famiglia Ligresti avrebbe allo studio per cercare di non compromettere la situazione ed evitare di diluirsi eccessivamente attraverso un aumento di capitale.
Quest’indiscrezione, riportata da alcuni organi di stampa, rappresenterebbe infatti l’alternativa a un aumento di capitale da 750 mln euro che occorre a FonSai per riportare i propri solvency ratio a un livello adeguato. I ben informati sostengono che difficilmente la famiglia Ligresti, in questo momento, disporrebbe di mezzi freschi sufficienti per aderire pro quota a un’operazione di rafforzamento patrimoniale di questa portata, ed è per questo che gli advisor finanziari avrebbero suggerito al patron Salvatore e ai suoi figli di prendere in seria considerazione la strada dell’aggregazione.
Cosiderata la struttura cooperativistica di Unipol, un eventuale matrimonio con il gruppo Fonsai potrebbe tuttavia comportare alcuni problemi rilevanti sul fronte della governance. Non solo: anche l’Antitrust potrebbe avere qualcosa da ridire riguardo ad una simile operazione, poiché il colosso che nascerebbe dal matrimonio dei due poli assicurativi porterebbe alla creazione di un player che controlla grosse – forse eccessive – quote di mercato, in particolar modo sul fronte dell’Rca.
Problemi per adesso considerati marginali dagli investitori, che sembrano invece credere alle indiscrezioni di fine anno e hanno iniziato a comprare a piene mani i titoli della galassia Ligresti. Nella prima seduta borsistica dell’anno, Premafin è infatti sospesa (rialzo teorico del 32,14% a 0,14 euro/azione) e FonSai si apprezza del 4,68% a 0,649 euro/azione, mentre la controllata Milano Assicurazioni – considerata non a caso uno degli asset più pregiati del gruppo – sale del 3,56% a 0,2327 euro/azione. Si apprezza anche Unipol, che sale del 2,93% a 0,2568 euro/azione.
Sulla scia dei rumor che riguardano il possibile matrimonio con il gruppo bolognese guidato da Carlo Cimbri, iniziano ad arrivare i primi commenti dalle sale operative. “La grande fusione secondo noi sarebbe una notizia positiva per i titoli FonSai e negativa per i titoli Unipol”, commentano a caldo gli analisti di Equita Sim. Per gli esperti, che hanno abbassato il rating su Unipol da buy a hold con target price a 0,41 euro, la questione antitrust sarebbe “gestibile” dal momento che FonSai più Unipol “hanno il 32% del mercato Danni e il 37% dell’Rca. Sarebbe necessaria qualche dismissione per scendere sotto il 30%”. Il Solvency sarebbe “accettabile, ma non ottimale”, intorno al 120-125%, le sinergie “visibili. Ipotizzando la metà delle sinergie di Generali-Toro avremmo 90 mln pre tasse”.
Quanto al rischio di esecuzione, per Equita sarebbe “basso sulle sinergie da costo” (da verificare comunque la perdita di clientela per la sovrapposizione di agenzie e l`uscita di agenti Fonsai) e “alto sulle dismissioni”. L’utile possibile sarebbe di 350-400 mln euro, considerando appunto sinergie lorde per 90 mln e un aumento di capitale da 1,1 mld. Per Unipol Equita vede un “rischio concambio, dato che Fonsai è andata molto peggio e la governance andrebbe a favore delle Coop”. Su Fonsai il rating è hold, con target price a 0,72 euro.
Fonte: Dow Jones Newswires