Fondiaria-Sai chiederà all’Isvap una proroga del termine (23 gennaio) per comunicare il progetto di ristrutturazione fino al giorno 28, successivo a quello in cui il cda della compagnia stabilirà la cifra esatta dell’aumento di capitale. Ad affermarlo è stato l’amministratore delegato Emanuele Erbetta al termine del consiglio che ha detto sì alla due diligence di Unipol.
Intanto sull’operazione si accendono i riflettori dei consumatori. In particolare quelli dell’Adusbef, che informa di aver inviato alla Procura della Repubblica di Milano un esposto-denuncia nel quale si chiede di accertare le ragioni della “super valutazione fatta da Unipol che strapaga l’azionista Ligresti in Premafin, ricapitalizza la holding per metterla in condizione di seguire l’aumento di capitale della controllata Fonsai (da 600 a 750 milioni, già approvati dal consiglio della compagnia) e infine vara la fusione a quattro, tra Premafin, Fonsai, Milano assicurazioni e Unipol Assicurazioni, dopo la concessione di crediti allegri di Unicredit, un saccheggio sistematico societario per finanziare il leasing ed a spese degli assicurati Toulon un cavallo montato da Jonella Ligresti, l’omessa vigilanza di Isvap e Consob, che ha prodotto gravissimo danni ai soci minori”.
L’associazione dei consumatori non usa mezze misure: “E’ scandaloso che la famiglia Ligresti, artefice di un disastro gestionale senza precedenti nella compagnia Fondiaria-Sai, invece di essere cacciata, sia stata liquidata con il concorso del “salotto buono”, con più di cento milioni, uno stipendio riconosciuto ai quattro membri di ben cinque annualità, ossia 700 mila euro ciascuno, pari a 2,8 milioni l’anno come patto di non concorrenza, dopo che dai bilanci è emerso che gli stessi hanno percepito emolumenti per 60 milioni di euro negli ultimi cinque anni, con l’ulteriore benefit della Tenuta Cesarina, in portafoglio a Fonsai: Unipol – Finsoe, ma anche i suoi azionisti di minoranza – pagheranno così circa 150 milioni di euro alla “famiglia” che ha dissestato i conti del Gruppo”.