Pagina a cura DI MARI PADA
Imposta di bollo sul conto titoli, tassazione rimodulata in base al tipo di prodotto bancario e fi nanziario e limitazione dell’utilizzo del contante sotto i mille euro. Le novità introdotte dai decreti legge n. 138 del 13/08/2011 e i decreti legge n. 201 del 6/12/2011 (la cosiddetta manovra Monti, convertita nella legge 214/2011) e n. 216 del 29/12/2011 (decreto milleproroghe) costringono le banche a adeguare la propria offerta e tutti i risparmiatori a farsi due conti. È stata, infatti, introdotta un’imposizione su base proporzionale pari all’1 per mille per il 2012 e all’1,5 per mille dal 2013, ampliando la base imponibile al fi ne di includervi anche i prodotti fi nanziari fi no a oggi non soggetti all’obbligo del deposito. Tutti gli strumenti finanziari sono quindi ora sottoposti al prelievo, indipendentemente dalla loro tipologia. Gli estratti conto bancari e postali e i rendiconti dei libretti di risparmio anche postali, sono soggetti a un’imposta fi ssa di bollo pari a euro 34,20 se il cliente è una persona fi sica (con esenzione se il valore medio di giacenza non supera euro 5.000), e pari a euro 100 se il cliente non è una persona fi sica. Guerra al contante per quanto riguarda i pagamenti nel pubblico e nel privato per importi superiori a mille euro. Da queste novità nascono conti correnti zero spese per accreditare la pensione e vengono lanciate promozioni per azzerare o comunque ridurre l’impatto dei nuovi aggravi, attraverso operazioni di ritocco al rialzo dei tassi di interesse. Gli istituti di credito più dinamici restano i piccoli e quelli online. Le grandi banche non stanno a guardare, ma preferiscono riadattare per la crisi che morde prodotti già noti. Tanta pubblicità e offerte limitate per allettare nuova e vecchia clientela, ma occhio agli asterischi e alle condizioni riportate in fondo ai contratti