di Stefano Sansonetti
Un argine per fronteggiare la situazione, ormai veramente difficile. Equitalia, il gruppo della riscossione vittima negli ultimi mesi di scriteriati atti di violenza, ha praticamente firmato una polizza antiaggressione. Una sorta di scudo sanitario che dovrà essere garantito agli 8.300 dipendenti della holding e delle sue controllate che si occupano di riscuotere i tributi non pagati.
Sul piatto la società presieduta da Attilio Befera, che è anche direttore dell’Agenzia delle entrate, ha messo 30 milioni di euro. È questa la cifra che la spa pubblica, partecipata al 51% dalle Entrate e al 49% dall’Inps, verserà nelle casse della Rbm Salute. Si tratta dell’operatore a cui Equitalia ha assegnato il servizio «di copertura assicurativa sanitaria per i dipendenti». La dicitura è ampia, ma andando a leggere i documenti di gara si scopre che l’assicurazione richiesta va a coinvolgere anche gli episodi più estremi, esattamente come quelli che negli ultimi tempi hanno riguardato la holding pubblica. Cominciamo dicendo che la società vincitrice si appresta a fornire un’autentica Cassa di assistenza che dovrà erogare un po’ tutti i tipi di prestazione sanitaria all’esercito degli 8.300 dipendenti del gruppo della riscossione. Tra i servizi, si apprende dal capitolato tecnico, ci sarà anche il riconoscimento delle spese mediche sostenute dai lavoratori «a seguito di malattia o infortunio». Subito dopo la carte specificano cosa possa intendersi per infortunio. Ovvero «ogni evento dovuto a causa fortuita, violenta ed esterna, che produce lesioni corporali obiettivamente constatabili».
Il servizio riguarderà una generale copertura assicurativa e sanitaria, ma è chiaro che alcune puntualizzazioni offerte dai documenti di gara non possono non essere lette in relazione ad alcuni ignobili eventi che hanno colpito la holding, su tutti l’episodio del pacco bomba che ha gravemente ferito il direttore generale di Equitalia, Marco Cuccagna.
Insomma, adesso si cerca in qualche modo di proteggere la società. La decisione di indire un bando per una polizza assicurativa, in verità, era stato deciso il 1° agosto del 2011 con una determina ad hoc firmata dal vicepresidente del gruppo, nonché presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua. All’epoca si erano già verificati fenomeni di un certo allarme per la holding, anche se magari ancora non si immaginava l’escalation che si sarebbe registrata di lì a qualche settimana. Il conto pagato da Equitalia alla Rbm Salute non è di poco conto. La gara, infatti, è stata aggiudicata per la precisione per 29.199.351,42 euro, con uno sconto praticamente inesistente rispetto alla base d’asta che era stata fissata in 29.228.580 euro.
E questo significa che la società di Befera di fatto si è accontentata di un «minisconto» dello 0,10%, fatto piuttosto raro nella pubblica amministrazione dove gli sconti sui valori d’asta sono mediamente più sensibili.
Ma tant’è, da adesso in avanti Equitalia, come mai prima d’ora nel mirino delle proteste popolari e politiche (in parlamento giacciono 255 atti tra interrogazioni, interpellanze e mozioni contro la società di riscossione) ha un’assicurazione ad hoc.