di Stefania Pescarmona
Nel mirino del governo Monti finiscono i salotti buoni della finanza e le authority di vigilanza. In particolare, il premier si è focalizzato sugli incroci tra banche e assicurazioni e sul numero dei componenti delle authority, protagoniste – queste ultime – di un’importante sforbiciata. Per districare l’intreccio dei doppi incarichi in banche, assicurazioni e società finanziarie, l’articolo 36 della Manovra economica varata dall’esecutivo ha vietato «ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti». Questa – al momento – è l’unica cosa che si conosce.
Mancano, infatti, ancora tutti i dettagli del campo di applicazione della nuova norma. Banche e assicurazioni stanno infatti attendendo i decreti attuativi per capire quali organi verranno colpiti (se saranno solo le nuove nomine o anche i vertici già in carica) e cosa si intende per aziende concorrenti (se riguarda solo gli intrecci tra banche o anche tra banche e assicurazioni).
Sul chi-va-là, Unicredit, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Ubi, Mediolanum e Generali, che vedono diversi componenti sedere su più poltrone. I primi nomi sono quelli di Dieter Rampl e di Fabrizio Palenzona, che partecipano entrambi ai consigli di Piazza Cordusio e Piazzetta Cuccia. Il banchiere tedesco è presidente di Unicredit e vicepresidente di Mediobanca. Situazione molto simile per Palenzona, che è vicepresidente dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni e anche consigliere di Piazzetta Cuccia. Siede in entrambi i cda Carlo Pesenti, il consigliere delegato del gruppo Italmobiliare presente anche nel board di Rcs MediaGroup. Non ci si può poi scordare di Ennio Doris, il patron del gruppo Mediolanun che fa anche parte del consiglio di amministrazione di Mediobanca.
Tra i principali istituti di credito italiani, tra i casi più noti spunta Giovanni Bazoli: il banchiere bresciano, classe 1932, è presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, ma anche numero uno della Mittel e consigliere di sorveglianza di Ubi Banca, che come Ca’ de Sass è una delle prime cinque maggiori banche italiane. Allargando gli intrecci anche al mondo assicurativo, uno dei casi più eclatanti riguarda Alberto Nagel, che ricopre sia il ruolo di amministratore delegato di Mediobanca sia quello di vicepresidente delle Assicurazioni Generali.
Passando, invece, alle authority, il governo Monti nel decreto Salva Italia si è focalizzato sul numero dei commissari e ha inserito una norma (articolo 23) che dà una forte sforbiciata ai componenti delle varie authority, che si ridurranno a 30 rispetto ai 55 precedenti.
Per portare solo alcuni esempi, il consiglio dell’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) a partire dalla prossima consiliatura (quella attuale scadrà nel primo semestre di quest’anno) verrà ridotto da nove a cinque membri, compreso il presidente. Conseguentemente, si deve ritenere che il numero dei componenti della Commissione per le infrastrutture e le reti e quello dei componenti della Commissione per i servizi e i prodotti verrà ridotto da cinque a tre componenti per ciascuna delle due commissioni, compreso il presidente. Prevista, invece, la soppressione dell’Agenzia per la regolamentazione del settore postale, le cui competenze passeranno alla Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
In generale si tratta di una norma che è stata emanata per arrivare a una riduzione dei costi di funzionamento delle autorità indipendenti.