In periodi di crisi sempre più persone ricorrono a finanziamenti e prestiti personali per sopperire alla necessità di liquidità monetaria e per fare fronte alle spese quotidiane. Tra questi strumenti, la cessione del quinto, che permette, ai dipendenti pubblici e privati e ai pensionati, di ottenere un finanziamento vincolando il 20% dello stipendio, con costi però spesso salati a causa di tassi troppo alti e spese accessorie che fanno crescere la somma totale. Ecco alcuni consigli pratici:
In cosa consiste la cessione del quinto. Si tratta di un prestito personale riservato ai dipendenti (pubblici e privati) con delega di pagamento di una quota dello stipendio di massimo un quinto. L’importo corrispondente alla rata del prestito che la banca, o la finanziaria, ha concesso viene trattenuto direttamente dallo stipendio. La legge 80/2005, ha esteso la possibilità di usufruire della cessione del quinto anche ai pensionati pubblici e privati, per periodi non superiori ai dieci anni. Questo tipo di finanziamento richiede, inoltre, per legge le coperture assicurative contro i rischi di morte e di perdita del posto di lavoro. Le garanzie assicurative possono essere emesse dall’Inpdap (solo per i dipendenti pubblici e statali, con tempi d’attesa della polizza in genere lunghi) o da compagnie assicurative private con tempi più brevi.
Un mercato in crescita tra i pensionati. Secondo Assofin (Associazione italiana del credito al consumo e immobiliare) nei primi nove mesi del 2011 si è verificato un generale calo del credito al consumo, con particolare penalizzazione dei prestiti finalizzati (-9,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), mentre reggono ancora bene i prestiti personali (+6,0%). Per quanto riguarda, nello specifico, la cessione del quinto, che rientra tra questi ultimi, «nei primi nove mesi dell’anno appena trascorso il mercato ha visto una flessione del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2010», afferma Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo Assofin, «mentre nel 2010 la flessione era stata del 13,8%. Tra i dipendenti pubblici la richiesta è rimasta sostanzialmente invariata, in crescita, invece, tra i pensionati (+5,1%) e in netto calo tra i dipendenti privati (-26,2%)». Secondo Mortari, infatti, «in periodo di crisi, come quelli che stiamo vivendo, per le banche o le finanziarie diventa rischioso concedere prestiti ai dipendenti di aziende private perché il datore di lavoro potrebbe trovarsi in difficoltà economica e licenziare il proprio personale».
A cosa fare attenzione. Se ci si accinge a richiedere la cessione del quinto bisogna valutare alcuni aspetti: «Prima di tutto occorre», afferma l’avvocato Libero Giulietti, legale dell’Aduc, «fare attenzione ai contratti, quindi leggerli con cura e magari fare dei confronti. Inoltre, non bisogna sottovalutare le spese accessorie che alla fine incidono molto sulla spesa totale. Il costo complessivo del finanziamento può essere, infatti, molto alto, in media 15-20% con punte anche fino al 25%, a seguito dei possibili elevati costi accessori, come spese di intermediazione, di gestione e costi assicurativi. Inoltre, in caso di estinzione anticipata del finanziamento nel contratto è in genere prevista una clausola «capestro», che prevede che le spese accessorie vadano integralmente rimborsate all’ente finanziatore con il pagamento del saldo del prestito. «Come, per esempio», prosegue Giulietti, «l’assicurazione obbligatoria che viene pagata in un’unica tranche all’inizio e non prevede possibilità di rimborso, nel caso si decida di rinegoziare o estinguere la cessione».
Anche Mortari si sofferma sulla «necessità di prendere in considerazione preventivi da più società e soprattutto di confrontare i Taeg (Tasso annuo effettivo globale), scegliendo quello più conveniente. Inoltre, bisogna sempre valutare la sostenibilità dell’importo se va a sommarsi ad altre rate». Infatti, prima di sottoscrivere anche la sola richiesta di cessione del quinto dello stipendio e della pensione, è consigliabile chiedere a quanto ammonta il Taeg, comprensivo di ogni spesa. Inoltre, se si decide di fare richiesta, nel corso del tempo, di somme aggiuntive di finanziamento alla stessa o ad altra finanziaria, chiudendo il contratto già in essere occorre fare molta attenzione perché questa operazione può costare caro: non solo perché in sede di chiusura anticipata vengono imputate integralmente le spese accessorie del precedente contratto, ma anche perché il nuovo contratto prevede nuovi interessi e nuove spese accessorie. Da non dimenticare, infine, che, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, se il debito non risulta ancora estinto, la finanziaria ha diritto di trattenere il tfr fino a concorrenza del debito complessivo residuo.
Le proposte delle banche. Intesa Sanpaolo permette di richiedere la cessione del quinto ai dipendenti pubblici, anche non clienti della banca, con contratto a tempo indeterminato da almeno sei mesi. Il finanziamento può essere richiesto per esigenze di carattere personale e familiare, con una durata da un minimo di due anni a un massimo di dieci. L’importo finanziabile, a tasso fisso, varia da un minimo di 4.800 euro a un massimo di 75 mila euro. Considerando la cessione del quinto per un dipendente di 35 anni e dieci anni di anzianità di servizio, con uno stipendio netto mensile di 2 mila euro e una rata mensile di 400 euro da rimborsare in 120 mesi, il Taeg applicato è di 8,80%.
L’offerta di Unicredit è invece diretta ai lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati), con tasso fisso e per un periodo massimo di 120 mesi. Il Taeg applicato per operazioni fino a 5 mila euro è del 21,00%, mentre per operazioni oltre 5 mila euro è di 16,50%. Vanno, inoltre, considerati altri costi come, ad esempio, l’imposta di bollo o sostitutiva, gli interessi di mora, il costo per estinzione anticipata. L’offerta di Monte dei Paschi di Siena, infine, è rivolta ai dipendenti che possono ottenere il finanziamento, a tasso fisso, per un massimo di 120 mesi. Il Taeg fino a 5 mila euro di capitale finanziato è di 20,56%, mentre oltre 5 mila euro scende a 16,77%.
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