ESG

Autore: Gigi Giudice
ASSINEWS 363 – Maggio 2024

Dal convegno Fondazione Severo Galbusera

Insieme al pur semiconsunto dall’uso aggettivo coeso (soprattutto nel linguaggio dei politici non solo destrorsi) va alla grande e in molte salse il sostantivo Sostenibilità.
Cui si unisce – ma molto meno alla portata di tutti – la sigla ESG, acronimo che sta per Environnement, Social e Governance. Traducendo: Ambiente, Sociale, Governance (termine anglosassone entrato ormai nella consuetudine per definire l’esercizio dell’autorità, della direzione e del controllo di ogni attività ). Che sono all’ordine del giorno secondo l’Unione Europea, nell’identificazione dei tre fattori fondamentali per verificare misurare, sostenere l’impegno – sempre in termini di Sostenibilità – di una impresa o di una organizzazione.
Diventa quindi cruciale per ogni manager e operatore professionale approfondire conoscenze e competenze per integrare con successo i canoni della sostenibilità applicati alle strategie aziendali, oltre la compliance normativa.

La Fondazione Severo Galbusera – Centro studi internazionale dell’intermediazione assicurativa, ha dedicato quest’anno – in collaborazione con l’ANRA, Associazione Nazionale Risk Manager e Responsabili Assicurativi Aziendali, avendo il supporto della società di brokeraggio Howden, il patrocinio e la collaborazione dell’AIDA, dell’Assolobarda, del Dipartimento di Diritto Privato e Critica del Diritto dell’Università degli Studi di Padova e media partner ASSINEWS – ha promosso l’8 marzo una giornata
di confronto dal titolo “Le imprese alla prova della Sostenibilità”.

Sull’impatto della normativa europea – ospitati nella sede dell’Assolombarda – studiosi e professionisti di diversa formazione ed esperienze si sono misurati sulla portata e le potenziali ricadute che potranno risultare particolarmente significative per i soggetti che operano nell’ambito del collocamento e della distribuzione di prodotti finanziari e assicurativi. Dunque chiamati per primi chiamati alle realizzazioni della trasparenza “sul campo” e a misurarsi con le preferenze di sostenibilità delle potenziali controparti delle imprese.

Considerata la numerosità degli interventi in programma, sono stati rapidissimi gli indirizzi di saluto a opera di Fausto Panzeri, presidente della Fondazione Severo Galbusera, di Carlo Cosimi, presidente dell’ANRA, e di Paolo Gherardini, vicepresidente Credito e Finanza di Assolombarda.

A Giulio Ponzanelli, dell’Università Cattolica di Milano, è stata affidata la presidenza e la conduzione del tour de force di una giornata irta di interventi. Compito svolto facendo ricorso al consueto dash di acutezza e provocazione che gli è riconosciuto nel commentare i singoli interventi.

Rosa Calderazzi, dell’Università di Bari, ha argomentato sulla dimensione giuridica di tali fattori, Gianluigi Lucietta, del Consiglio direttivo dell’ANRA, sulla loro dimensione e ricaduta operativa. Gianluca Romagnoli, dell’Università di Padova, ha trattato della prescrittività dei fattori ESG e dei relativi controlli. Altrettanto nutrita la messe degli interventi sul tema della sostenibilità e come si deve attrezzare l’impresa.

Sara Landini, dell’Università di Firenze, ha argomentato sulla governance delle imprese di assicurazione con la relazione su Governance delle imprese di assicurazione e sostenibilità, Andrea Lionzo (Università Cattolica di Milano) ha relazionato sul tema di come comunicare la sostenibilità, tenendo conto degli impatti dei nuovi standar ESRS su strategie e organizzazione. Con la sigla ESRS, acronimo di European Sustainibility Reporting Standard, si definiscono una serie di norme sviluppate per standardizzare il modo in cui le aziende europee rendicontano il loro impatto ambientale, sociale e di governance. Sono stati adottati nell’agosto del 2023 e sono obbligatori per tutte le società quotate in borsa a partire dal 2026, ma è previsto che entreranno in vigore anche per altre categorie d’impresa.

Gli ESRS sono utili a migliorare le performance nell’ambito degli ESG. Nel merito si è espressa Valentina Paduano, Chief Risk & Compliance Office del Dedalus Group (leader europeo e player internazionale nel settore del software ospedaliero e diagnostico) sulla definizione dei modelli di rendicontazione, di controllo e di verificabilità degli obiettivi ESG.

Relativamente all’esperienza dell’assicuratore circa la sostenibilità come principio ispiratore della strategia di una compagnia ha argomentato Barbara Lucini, che si è presentata come Lifetime Partner 2024 del “Driving Growth” di Generali Italia. La compagnia – come ha argomentato attraverso una messe di casistiche e esempi – è già ben attrezzata nell’affrontare, in una gamma di ambiti, la prova della sostenibilità. Massimo Pasquali, responsabile dell’area aziende del Banco BPM, ha raccontato l’esperienza della sua azienda nel perseguire l’obiettivo di operare “insieme per un futuro sostenibile”.

Ottorino Capparelli, direttore dell’area Governance, Risk e Compliance di Howden Consulting ha trattato dell’esperienza del broker circa la gestione integrata dei rischi, ancora per quanto attiene le tematiche ESG. La seconda parte del convegno, dedicata alla dinamica dell’attività d’impresa, si è aperta con l’intervento di Michele Siri, dell’Università di Genova, sulla regolamentazione del rating ESG, che è il risultato di una valutazione effettuata sul sistema di gestione per la sostenibilità certificato SRG 88088:20, tenendo conto delle attività effettivamente poste in essere dall’organizzazione sotto il profilo ambientale, sciale e di governance, sulla base di evidenze riscontrabili e misurabili. Fino a ieri applicato solo alle attività di gestione finanziaria, il rating ESG andrà estendendosi alle diverse tipologie di attività imprenditoriali.

Dalle banche agli enti pubblici, alle associazioni, alle scuole. Ogni entità è chiamata a contribuire alla salvaguardia di un Futuro Sostenibile. A Marco Avanzi, Risk & Compliance Officer retail industry, socio ANRA, è stato attribuito il compito di descrivere i modelli di verifica del rispetto dei fattori ESG da parte dei fornitori e della loro riscontrabilità in concreto. Mentre Matteo De Poli, dell’Università di Padova, ha trattato l’incidenza sulle dinamiche contrattuali di tali fattori. Sulle cui politiche di remunerazione si è diffusa Nidia Bignotti, del Foro di Verona, riferendosi alle pratiche di retribuzione aziendale che incorporano criteri legati alla sostenibilità ambientale, alla responsabilità sociale e alla governance. Il fattore sostenibilità ha determinato un cambio di paradigma dei sistemi di remunerazione e incideranno in ragione della mancanza di parametri di valutazione delle performance. L’indeterminatezza degli obiettivi rischia di rendere impossibile una valutazione corretta. Rimaniamo, in conclusione del convegno (i cui atti verranno pubblicati nei “quaderni” della Fondazione Galbusera), agli auspici che la direttiva rafforzi le aziende di medie e piccole dimensione in quanto la sua applicazione comporterebbe una suddivisione più equa di costi con le grandi imprese.


© Riproduzione riservata